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Alluvione e incuria, agricoltura e industria di Albenga in ginocchio

Ci sono serre che non esistono più. Ci sono produttori che hanno perso oltre centomila piante. C’è chi non ha più nulla. Storie di Albenga e della sua frazione Campochiesa, uno dei cuori agricoli della città.

Gerolamo Calleri è il presidente di Coldiretti Savona:

“Un dramma, non ci sono parole. Le aziende familiari sono quelle più colpite. E non c’è solo Campochiesa a essere in difficoltà”.

La causa, ovviamente, l’eccezionalità ondata di pioggia. Ma anche i torrenti minori letteralmente esplosi tra un campo e l’altro. Nel mirino, poi, ci finiscono l’incuria e cantieri che qui sono stati fatti ma evidentemente non in modo adeguato.

Le aziende delle piante in vaso, ad Albenga, guardano soprattutto al mercato estero:

“E sarà una stagione da buttare” ripetono decine di imprenditori.

Sempre lì tra un piazzale pieno di melma e la disperazione di lavoratori increduli ci sono anche le ditte extra agricole. È il caso della Marsilio che qui costruisce contenitori per alimenti anche per grandi marchi del settore dell’olio:

“La seconda alluvione in dieci mesi. Certo, questa, è stata devastante. Macchinari e prodotti difficilmente recuperabili. Parliamo di milioni di danni”.

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