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Caro carburante, gli Industriali: “Ecco le soluzioni per evitare il disastro”

“Senza un riscontro immediato, il Paese si ferma”.

La voce giunge dalla provincia di Savona, in particolare dal mondo dell’autotrasporto aderente all’Unione Industriali. Le difficoltà degli operatori nascono dall’aumento incontrollato e irrefrenabile del prezzo del gasolio che, nelle ultime settimane, ha determinato, in combinazione con gli effetti – solo liguri – della difficoltà agli spostamenti lungo il sistema viario stradale e autostradale, un accrescimento tale dei costi di esercizio da comprimere al di sotto dei limiti di tollerabilità la marginalità per le imprese. Un’emergenza che colpisce duramente ogni settore e che rischia di avere un impatto devastante sul sistema economico e, di riflesso, anche occupazionale e sociale.

“Se le cose non dovessero cambiare, nel breve, le aziende saranno costrette a fermarsi per non dover lavorare in perdita” spiega il presidente dell’Unione Industriali di Savona, Angelo Berlangieri.

LE PROPOSTE DELL’UNIONE INDUSTRIALI DI SAVONA

Il caro gasolio dipende dalla combinazione di quattro fattori:

• l’aumento del valore dei carburanti sul mercato internazionale (il Platts) conseguenza dell’aumento delle quotazioni del greggio (+ 60% a gennaio e + 22% nelle prime settimane di marzo).

• le quotazioni euro-dollaro, essendo il prezzo del greggio quotato in dollari, che sono in questo momento meno favorevoli che in passato. L’euro è quotato sotto la soglia di 1,10 sul dollaro contro le quotazioni oscillanti attorno a 1,60 dollari per un euro degli anni scorsi che avrebbero consentito quotazioni dei carburanti inferiori al 20% rispetto alle attuali.

• il margine lordo dell’industria petrolifera che distribuisce e vende i carburanti.

• le accise (le più alte d’Europa) e l’Iva che rappresentano il 55% del costo finale della benzina e il 51% del costo finale del gasolio, ad esempio sul costo del gasolio del 7 marzo di 1,82 euro il peso delle accise e tasse era pari a 93 centesimi contro gli 89 centesimi del costo “industriale”.
Che cosa fare nell’immediato per sostenere una categoria vitale per il sistema produttivo italiano e per i consumi delle famiglie implementando i provvedimenti già assunti, ma del tutto insufficienti, dal Governo?

Ecco le proposte del direttivo della sezione autostrasporto dell’Unione Industriali della Provincia di Savona:

• ridurre drasticamente le accise sui carburanti (alcune del tutto anacronistiche per motivazioni e contesto storico).
• utilizzare l’extra gettito Iva per lo Stato da aumento del costo industriale dei carburanti (nel solo mese di marzo è previsto da Assopetroli – Assoenergia per un valore attorno ai 200 milioni di euro) per ridurre il costo della benzina e del gasolio.
• ristorare gli autotrasportatori dell’extra costo sostenuto mediante uno specifico credito d’imposta.
• reintrodurre per l’autotrasporto ligure l’esenzione automatica (senza dover passare per il cash back) del pedaggio sulle autostrade liguri, un segno di attenzione e anche di rispetto per chi deve sobbarcarsi disagi incredibili dovuti all’incuria di anni.

Agnese Bellini (Tpl Linea – Presidente Sezione Autotrasporto Uisv):
“Mi trovo, in quest’occasione, nella mia duplice veste, di presidente della Sezione Trasporti di Uisv e di consigliere d’amministrazione Tpl Linea. Quanto sta accadendo non può che destare grande preoccupazione relativamente a entrambi i comparti che mi vedono impegnata. Il prezzo del gasolio da autotrazione è cresciuto in maniera esponenziale e ingiustificata, raggiungendo livelli record, portando a un incremento che è arrivato a quasi un terzo in più nel giro di poche settimane. La cosa rischia di compromettere duramente l’organizzazione della catena logistica e dei trasporti, di merci e persone. Le prospettive, per i prossimi mesi, vista la crisi globale, non sono affatto ottimistiche. È necessario un intervento pubblico immediato, che, mediante misure emergenziali, vada a sterilizzare tale aumento incontrollato che sta penalizzando in maniera preoccupante le nostre imprese, private e pubbliche. Le misure del Governo devono essere attualizzate e repentine, onde evitare che la già compromessa situazione possa causare effetti ancor più devastanti all’intero sistema economico e produttivo con il conseguente rischio di fermare, letteralmente, il Paese, sul terreno di merci e persone”.

Alberto Formento (Presidente Ance Savona)

“Finisce una emergenza e ne inizia un’altra. Quello che poteva essere un periodo di consolidamento diventa un momento di incertezza e stallo. Il costo dei trasporti alle stelle erode qualsiasi margine che era sopravvissuto al caro prezzi, inoltre a breve e medio termine ci aspettiamo, oltre a una nuova carenza di materiali, anche la totale mancanza di alcune forniture dovuta alla chiusura temporanea della produzione delle aziende che non riescono più a sostenere i maggiori costi. Tutti i lavori in corso sono a rischio, da quelli pubblici a quelli privati, per i primi sarà importante poter contare almeno sul totale riutilizzo dei ribassi, in attesa di misure straordinarie che prevedano risorse, ma anche strumenti per poter sospendere i lavori in attesa di una ridiscesa dei prezzi. Serve una riprogrammazione delle opere con il recupero di nuove risorse, per garantire l’esecuzione dei lavori affidati e quindi poterli portare a termine. Nel privato rischiano di saltare tutti i cronoprogrammi dei lavori con bonus che hanno scadenze precise. Impensabile che imprese e cittadini committenti possano sostenere tutti gli aumenti. Sentiamo esponenti del governo parlare di truffa. Ci aspettiamo azioni, non denunce da chi ha responsabilità di Governo”.

Elisa Vernazza (Responsabile Logistica Vernazza Autogru)

“La sostanza è quella di costi spropositati che non vengono riconosciuti dal mercato. La nostra azienda opera su più fronti e tra questi c’è il settore del sollevamento, le cifre sono esorbitanti e fuori da ogni razionalità. Un aumento del 35% del gasolio in poche settimane è fatto di estrema gravità per l’intero comparto economico. Nel nostro caso si somma, poi, a una distanza tra Savona e Genova sempre più grande con tempi di percorrenza triplicati. Il lavoro sta scappando dalla Liguria. Pesantissimo lo stato delle autostrade, non migliore la viabilità ordinaria per chi deve muoversi con macchine come quelle di Vernazza. Un mercato per noi di grande business è quello francese, ma anche in questo caso, lì, c’è maggiore attenzione su misure rivolte all’agevolazione di chi deve percorrere le vie cittadine. Infine, altro argomento, spesso taciuto coincide con l’elevato costo per l’ottenimento delle patenti utili alla guida dei nostri mezzi. La tendenza scoraggia i giovani a intraprendere simili percorsi, succede così che la categoria italiana sconti un’età media avanzata con un ricambio generazionale e un futuro tutt’altro che certo”.

Corrado Ivaldi (Fratelli Ivaldi – vice presidente sezione Ambiente Uisv)

“La riduzione delle accise deve essere sostanziosa e definitiva, non temporanea. La nostra azienda è attiva da 72 anni e ha superato momenti di estrema criticità. Mai abbiamo subito un momento di difficoltà come quello d’oggi. Mantenere un’operatività di 40 dipendenti con tali costi diventa impossibile, per questo, il blocco risulta inevitabile. Chiederemo, eventualmente, il supporto della Prefettura per un’azione nazionali e senza precedenti. I nostri camion percorrono 2 chilometri con un litro di gasolio, fuori da ogni logica proseguire con queste cifre. Oltre alle misure già citate dai colleghi, ulteriore provvedimento potrebbe essere il ripristino del gasolio da trazione. In ogni caso, i provvedimenti concreti devono essere urgenti. Alla questione internazionale, per noi liguri, si somma il tema infrastrutturale: a causa dei disagi sulla A10 non lavoriamo più con il Porto di Genova e questo risulta altrettanto inaccettabile. Ad aggravare i nostri bilanci, la concorrenza sleale nei confronti degli autotrasportatori europei a cui non vengono richiesti indici di professionalità pari ai nostri con ulteriori costi che non possono essere addebitati ai clienti, ma incidono esclusivamente sui nostri margini”.

Roberto Pensiero (Autotrasporti Pensiero – Vice Presidente Sezione Autotrasporto Uisv)

“L’Autotrasporti Pensiero ha iniziato la sua attività nel 1965, mai prima d’ora abbiamo affrontato momenti così incerti per il nostro futuro. Prendiamo atto del protocollo di intesa firmato il 17 dal Governo che giudichiamo del tutto insufficiente. Riteniamo che i 15 centesimi di riduzione d’accisa più altri 6 o 7, a favore esclusivamente del settore, di cui si sta parlando in queste ore, siano azioni concrete ma del tutto inadeguate. Servono soluzioni più ampie ed efficaci. La politica parla di 500 milioni a favore dell’autotrasporto, ma quel numero va suddiviso tra molteplici realtà comprensive pure di chi fa traffico via mare. Non chiediamo elemosine, ma regole chiare e condivise. Soltanto in questo modo possiamo dare una prospettiva economica al nostro Paese scongiurando l’inevitabile blocco”.

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