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Da Albenga al Canada, passando per Hollywood. La svolta di Guido Furlani

Attore, doppiatore, life coach, insegnante di un College Canadese, e molto altro ancora, all’insegna della comunicazione. La storia di Guido Furlani, ingauno classe 1965, è un caleidoscopio di esperienze, a cavallo tra le due sponde dell’Oceano Atlantico, tra la riviera ligure e gli Stati Uniti, per arrivare alle dorate coste del Pacifico, prima in California, poi più a nord, in Canada. A fine anni ’90, Guido si trovava ancora nella “sua” Albenga, in provincia di Savona, seguendo le orme del padre Flavio, artista e fotografo, tra le figure più conosciute della Città delle Torri. “Nel ’99 arrivò il momento di svolta, per me”, racconta.

“Mi guardai allo specchio e mi posi la domanda che tutti quanti dovrebbero sempre farsi: chi sono? Cosa voglio? Sto facendo quello che più mi piace? Ero un fotografo, il mio lavoro era apprezzato e mi dava grandi soddisfazioni. Ero però stanco di stare dietro l’obiettivo, e volevo inseguire il mio sogno: fare l’attore”.

Per giungere davanti all’obiettivo, dopo diverse esperienze tra Milano e Roma, arrivò il grande salto: il biglietto aereo per gli Stati Uniti.

“Passai quaranta giorni in America, fu molto divertente”, spiega. “Mi innamorai fin da subito di Los Angeles, della sua temperatura, dei negozi, degli enormi spazi a disposizione. Lì trovai me stesso, e capii quale fosse la direzione da seguire”. In California, trovò un lavoro nel campo della ristorazione, con sempre maggiori prospettive di carriera, proseguendo in parallelo l’inseguimento del suo sogno. “Al mio arrivo negli States il mio inglese era quello britannico imparato nelle scuole, dovetti fare molta gavetta per apprendere meglio la lingua e perfezionarla per la recitazione”.

Nel frattempo, iniziarono a spuntare alcune opportunità importanti, ruoli in alcune fiction in Italia (tra le quali la celebre “Incantesimo”) e poi di nuovo negli Usa, con parti in produzioni indipendenti e in “corti” cinematografici.

“Un po’ di anni a vivere e imparare”, afferma Guido.

Quindi, nel 2007, un incontro quasi casuale, con un agente di diverse star, che da subito riconobbe il suo talento, aprendogli le porte di Hollywood, con una carriera nel campo della recitazione che ha portato Furlani a comparire, nel ruolo del personaggio Dino Olivetti, nel film “Big Eyes” diretto dal celeberrimo regista Tim Burton, al fianco di attori quali Amy Adams, Christoph Waltz, Danny Huston e Jason Schwartzman. Di recente, Guido ha anche prestato la penna, la voce e il volto a una serie di video promozionali, promossi da Discover America – programma ufficiale del turismo degli Stati Uniti – dedicati al territorio di Miami e della Florida, sul canale Visit Miami. Brevi filmati, in lingua italiana, per presentare le opportunità di viaggio che offre il piccolo paradiso nel sud della Florida.

Ma nel percorso di Guido Furlani non c’erano solo il cinema e la televisione. Tra le passioni che ha coltivato nel corso degli anni, fino a trasformarlo in un lavoro, è il settore della comunicazione. Un campo che lo ha visto diventare, dopo una lunga fase di studi e preparazione, un Coach professionale della Prestazione, Life Coach. Una professione diffusa in Nord America e nel mondo anglosassone, che da qualche tempo ha fatto capolino anche in Italia.

“Aiuto persone a fare scelte migliori per la loro vita, e insegno ad altri, in sede scolastica, a diventare Life Coach”, racconta, parlando di un corso di PNL che ha tenuto in Kazakhstan.

Un amore per la comunicazione che ha le sue origini qui, in riviera.

“Fu Francesco Benso, mio maestro di arti marziali e primo mentore, a trasmettermi questo interesse quando ancora avevo 16 anni, prestandomi il libro ‘La mia voce ti accompagnerà’, i racconti didattici di Milton H. Erickson, un uomo capace di cambiare le vite delle persone. Ancora non sapevo, allora, che sarei arrivato, oggi, dopo anni a studiare e perfezionare le sue tecniche fondamentali di comunicazione, a insegnare proprio all’Erickson College di Vancouver, in Canada”.

E nelle arti marziali, consegui’ anche la cintura nera secondo dan di Aikido. “Recitare è una forma di comunicazione molto potente. Il doppiaggio, il coaching, insegnare, la recitazione, sono tutti quanti un mezzo, e non un fine”, nota ancora.

Furlani è oggi un coach professionista e associato alla Federazione Internazionale Coaching (ICF), oltre che trainer PNL certificato e abilitato all’insegnamento internazionale e negli Stati Uniti, con clienti e impegni lavorativi in tutto il mondo. Nel suo calendario, appuntamenti a Praga (Repubblica Ceca), Sofia (Bulgaria), Tallin (Estonia), Mumbai e New Delhi (India), Roma, San Paulo e Rio de Janeiro (Brasile), Cracovia e Varsavia (Polonia) , Guangzhou (Cina) e poi nuovamente in Canada con Ottawa e Vancouver.

Tutto questo, tuttavia, senza dimenticare l’Italia e il centro storico di Albenga, del quale è tuttora innamorato, e che porta sempre nel suo cuore, a qualunque latitudine si trovi.

“Della riviera ligure, mi sono portato dietro il dialetto. Mi diverto a scrivere e parlare dialetto con i miei amici liguri. È una lingua bellissima, piena di cultura e tradizioni, capace di mettere insieme tantissime influenze linguistiche diverse, che si uniscono in questo dialetto stupendo, la mia prima lingua”, rivela Furlani, che non nasconde il forte legame con le sue origini. “Amo Albenga, è una città splendida, che sento sempre molto vicina. In Liguria ho ancora tanti amici, e quando arrivo in riviera devo obbligatoriamente fare il giro delle mie torri, dei miei caruggi, e del centro storico, che sogno anche quando sono lontano”.

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