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Fabbriche Aperte, Ilaria Cavo: “Format che funziona, da esportare nel resto della Liguria”

Il progetto di Fabbriche Aperte, creato e promosso dall’Unione degli Industriali della provincia di Savona e giunto alla sua nona edizione, è un “format” vincente, da imitare e replicare anche nel resto del territorio ligure.

“Lavoreremo sull’onda di questo stimolo, che arriva da una realtà attiva come quella di Savona, perché questo progetto venga esportato anche nel resto della Regione”.

A sostenerlo, ai microfoni di SVolta.net, è Ilaria Cavo, Assessore alla Comunicazione, Formazione, Politiche giovanili e Culturali della Regione Liguria, a margine della presentazione ufficiale della edizione 2016 dell’iniziativa.

“In Liguria c’è ancora industria, e quelle che partecipano a questo progetto sono fior fiore d’industrie. La Regione ha voluto sostenere Fabbriche Aperte, su richiesta dell’Unione Industriali di Savona: lo facciamo con una parte del Fondo Sociale Europeo destinato all’orientamento dei ragazzi”, ha dichiarato l’esponente dell’Amministrazione regionale. “Questo è sicuramente un progetto pilota, molto lungimirante, che rientra proprio all’interno del progetto orientamento per il quale la Regione Liguria, nella sua ultima giunta, ha stanziato quasi 300 mila euro per fare in modo che i ragazzi delle scuole – dalla quinta elementare alla prima superiore – possano essere orientati nella maniera più puntuale possibile”.

Obiettivo fondamentale, evidenzia l’Assessore alla Formazione e alle Politiche Giovanili, “agire contro la dispersione scolastica”.

“Sappiamo che è uno dei mali e uno dei punti su cui bisogna fare azione assolutamente, perché la Liguria non è al di sopra delle medie nazionali. Un dato che viene in parte arginato dalla formazione professionale, che la Regione sostiene con i corsi triennali e con tutte le iniziative di formazione professionale, ma da arginare anche permettendo ai ragazzi di avere una piena conoscenza di quelle che sono le offerte lavorative. È quindi evidente che portare i ragazzi, in questo caso di seconda media, nelle aziende più importanti e variegate di questo territorio è assolutamente importante, perché possono capire cos’è un’azienda, cos’è una fabbrica, e quali possono sono le reali professionalità che poi si possono mettere in campo: è un segnale che li può avvicinare alla formazione professionale, alla formazione tecnica, e questo è cruciale perché questa è una provincia – come ci dicono i dati forniti dagli industriali e da tutte le aziende – manca la formazione tecnica, mancano i ragazzi che escono dagli istituti professionali, dai tecnici o che scelgono la formazione professionale”.

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