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Fabbriche Aperte, Ilaria Cavo: “Un modello di successo, che fa incontrare la formazione e le aziende”

Un modello da esportare. Così Ilaria Cavo, assessore regionale con deleghe a Rapporti con il Consiglio regionale e Comunicazione istituzionale, Politiche giovanili, Scuola, Università e Formazione, Sport, Cultura e Spettacolo, Pari opportunità, definisce il progetto “Fabbriche Aperte”, organizzato e promosso dall’Unione degli Industriali della Provincia di Savona, a margine di una delle due cerimonie di conclusione dell’edizione 2016.

“Ho toccato con mano, andando con i ragazzi nelle aziende, quanto è importante che vedano cosa offre il territorio della provincia di Savona, per poi fare le scelte future”, prosegue l’esponente dell’amministrazione regionale. “Non è un caso – e questi sono gli ultimi dati che ci fornisce Fabbriche Aperte – che al nono anno si registrino percentuali più alte rispetto al passato, riguardo alle scelte dei ragazzi per andare seguire corsi di studi legati alla formazione scientifica. Bisogna ribadire che in questa provincia c’è di certo bisogno di queste professioni, soprattutto tecniche e professionali”.

Il giudizio, su Fabbriche Aperte, è alquanto positivo.

“Serve portare i ragazzi nelle aziende, far accendere una lampadina e far fare scelte che magari non avrebbero fatto se non avessero visto che cosa vuol dire anche la produzione. Credo che sia un progetto importante, vogliamo assolutamente esportarlo anche in tutta la Regione, anche perché ricordo che questa edizione è stata sostenuta dal Progetto Orientamento del Fondo Sociale Europeo. Allo stesso modo, con la conoscenza e il progetto pilota dell’Unione Industriali di Savona – che coordinerebbe comunque il tutto – sarebbe estendibile e vogliamo farlo in tutta la regione per offrire agli altri studenti liguri di vedere cosa c’è a livello industriale”.

Massima attenzione alla formazione.

“È importante perché la formazione e l’orientamento devono essere sempre più legate alle aziende, al mondo imprenditoriale. Che si tratti di formazione alle medie, alle superiori, per chi ha più di vent’anni, per chi rimane disoccupato, credo sia l’unico faro e linea di indirizzo che dobbiamo avere. Abbiamo appena tenuto il comitato di sorveglianza del Fondo Sociale Europeo, dove è stata apprezzata moltissimo questa impostazione: avvicinare sempre di più ciò che si fa nella formazione dei ragazzi verso l’occupazione. Stringere sempre di più a tutti i livelli, coinvolgere il mondo imprenditoriale. Progetti che sono assolutamente da sostenere e da valorizzare. Nella cerimonia conclusiva di Fabbriche Aperte 2016 vengono premiati i ragazzi più meritevoli, ma credo che, alla luce dei dati su orientamento e scelte, alla fine abbiano vinto un po’ tutti”.

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