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Imposta di soggiorno: ecco le regole 2018 del Savonese

A metà novembre la contrarietà era stata assoluta e annunciata con tutti i rappresentanti delle associazioni territoriali della provincia. Gli albergatori savonesi in quella sede avevano sintetizzato il pensiero riguardante l’imposta di soggiorno con le parole del presidente Angelo Berlangieri:

“Non ha alcun senso discutere di nuove tasse e imposizioni utilizzate come se fossero un bancomat da cui attingere risorse per fare fronte alle esigenze di spesa corrente degli enti locali. Se queste sono le premesse, noi diremo sempre e comunque di no come abbiamo fatto negli anni passati. Prima di parlare di aliquote, percentuali ed esenzioni vogliamo ragionare su strategie, progetti, investimenti. Insomma, va affrontato il tema delle politiche per il turismo e solo dopo discuteremo sulle questioni relative alle modalità di finanziamento”.

Dunque, a distanza di poche settimana, cosa è cambiato? I vertici di Upasv, l’Associazione provinciale albergatori, rimarcano la conferma in merito alla loro convinzione. Tuttavia, Angelo Berlangieri specifica:

“Alcuni sindaci ci hanno convocato sostenendo che l’introduzione di quell’imposta proprio non potevano evitarla. È stato nostro dovere giungere a una trattativa di buon senso seppur partendo dalla premessa di ferma contrarietà”.

I comuni che hanno insistito sull’operazione sono Alassio, Albenga, Borghetto Santo Spirito, Toirano, Loano, Pietra Ligure, Finale Ligure, Noli, Spotorno e Varazze. Gli altri non introdurranno alcuna imposta. La trattativa con i primi cittadini coinvolti, invece, si è conclusa con la richiesta degli albergatori di adempiere ad alcuni punti fondamentali. La sintesi del presidente dell’Associazione:

“Intanto, abbiamo ottenuto il posticipo dell’avvio di questa gabella. Infatti, nel 2018 scatterà soltanto nei mesi di luglio e agosto. Ma soprattutto se tassa di soggiorno dovrà essere è fondamentale che quelle risorse siano usate esclusivamente a fine turistici e le modalità di spesa, pari al 60% scaturito dal gettito, dovrà essere concordato all’interno di comitati locali che dovranno sorgere entro 90 giorni. Inoltre, la tassa non potrà superare l’importo di un euro e cinquanta centesimi al giorno con la rigorosa esclusione dei bambini. I sindaci garantiscono, poi, l’introduzione di un card multiservizi dedicata al turista che frequenta queste cittadine e in modo particolare nasce un impegno forte per riscuotere gli importi anche negli appartamenti e in simili strutture. Una tendenza che nel Comune di Genova produce redditi per 100 mila euro al mese”.

Ecco la sintesi di un patto che Angelo Berlangieri non definisce accordo bensì contratto tra le parti. Il presidente degli albergatori savonesi conclude la propria analisi:

“Il posizionamento della nostra destinazione sui mercati esteri è diventato sempre più frammentato e debole con una continua perdita di quote di mercato. Servono meno slogan e più fatti da parte dei Comuni. Risulta necessaria una lotta più incisiva per combattere l’abusivismo che crea un forte danno alle imprese ricettive in campo secondo le regole sempre più gravose imposte dallo Stato. In ogni caso, le proposte turistiche non si creano in autonomia. Se i sindaci insistono su una strada, noi, siamo costretti a trovare una mediazione meno dolorosa possibile per l’intera categoria”.

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