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Infrastrutture e trasporti in Liguria: oggi, più che mai, una sfida

Riportiamo, per i lettori di SVolta.net, l’intervento di Agata Gualco, presidente del Gruppo Giovani dell’Impresa della provincia di Savona, pubblicato sul numero di marzo-aprile 2020 della rivista “Quale Impresa”.

Strano parlare di trasporti al tempo del Coronavirus, vero? Già, sembra un ossimoro parlarne ora ma non credo sia così. In queste tristi settimane in cui il traffico è quasi annullato, lo smog ormai un ricordo, lo smartworking una nuova religione… perché parlare di infrastrutture? Invece un senso lo ha, ritorneremo alla normalità e la Liguria deve essere pronta.

Nel 2019 i porti di Savona, Vado Ligure e Genova hanno movimentato più di 68 ml di tonnellate di merce e 4,5 ml di passeggeri, trasportati da 8.500 navi. I container movimentati hanno sfiorato i 2,7 ml di Teu, consolidando il ruolo del sistema portuale del Mar Ligure Occidentale quale principale gateway italiano e mediterraneo al servizio delle industrie e dei mercati del Nord Italia e del Sud Europa.Cifre ratificate dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e maturate in un anno di gravi criticità infrastrutturali per una terra in cui il rischio isolamento è stato enorme: la ricostruzione del nuovo ponte di Genova e il crollo del viadotto lungo l’autostrada A6 Savona-Torino, assieme alle tante allerte meteo, si sono sommate ad ataviche questioni irrisolte come il raddoppio ferroviario tra Andora e Finale Ligure, il tracciato dell’Albenga–Carcare–Predosa, il completamento dell’Aurelia Bis o i nodi del Terzo Valico, Gronda ed efficientamento delle esistenti arterie autostradali.

La recente vicenda, legata alla pandemia, ci ha insegnato che, per un territorio così morfologicamente complesso come la Liguria, un’infrastruttura non secondaria resta la banda larga. Molto è stato fatto, ma ancora tanto si può investire perché le quattro province superino, grazie anche alla tecnologia, le molteplici difficoltà emerse negli ultimi decenni. Occorre essere realisti ma al tempo stesso non può certo mancare la giusta dose di ottimismo imprenditoriale. Dunque, quale la stella polare del mondo economico ligure?

A indicarla è Luciano Pasquale, Presidente Autostrada dei Fiori e numero uno della Camera di Commercio Riviere di Liguria:

“Diventare bravi come sistema Paese nella prevenzione e nella programmazione esattamente come lo siamo nell’emergenza. Riguardo il ponente ligure, l’accelerazione sulla Albenga–Carcare–Predosa resta la priorità per un collegamento rapido con Milano.

Servono 3 miliardi di euro da suddividere tra ricavi da pedaggio e contributo pubblico, ma esistono già studi di fattibilità. Le recenti esperienze hanno reso manifesto come in situazioni delicate serva una gestione commissariale con poteri adeguati e deroghe al vigente sistema burocratico”.

A quell’urgenza si sommano le pressanti richieste di chi opera in ambito portuale. Il caso di Giorgio Blanco e Diego Vernazza rispettivamente presidente Savona Terminal Auto e amministratore delegato di Vernazza Autogru. Il primo chiede a gran voce la realizzazione di un nuovo casello autostradale a Vado Ligure al servizio anche di uno dei più importanti investimenti internazionali come la piattaforma contenitori valorizzata in loco dall’impegno dell’amministratore delegato di Apm Terminal, Paolo Cornetto, e dal resto della sua squadra:

“Fondamentale per la crescita dello scalo”. Il secondo sta trasformando un polo di energia elettrica come gli spazi ex Tirreno Power in un centro della logistica e della formazione da 300.000 mq: “Entrambi chiediamo l’adeguamento della rete infrastrutturale perché carichi eccezionali non possono raggiungere le nostre destinazioni poiché esiste una limitazione di peso”.

La sintesi è di Alessandro Berta, componente del Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e Direttore dell’Unione Industriali di Savona:

“La nostra provincia e l’intera Liguria tornano ad essere attrattive per molteplici settori. Il turismo resta comparto fondamentale, ma l’industria riveste ancora un perno imprescindibile. Ora può iniziare una stagione nuova per la nostra regione, quella in cui affronta le sfide che possono portarla a diventare meta privilegiata per centri di sviluppo unici in Europa come l’Istituto Italiano di Tecnologie, il polmone degli Erzelli o sedi universitarie come il campus di Savona”

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