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Regione, il “patto” proposto dagli Ingegneri Liguri alla politica

Semplificazione, conoscenza, prevenzione, meritocrazia, partecipazione: sono i cinque punti del “patto” proposto dalla Federazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria a tutti i candidati Presidenti alle elezioni regionali del 31 maggio scorso, come riportato dal loro mensile A&B – Web Edition.

Il documento è stato firmato dai vertici della federazione e degli Ordini territoriali liguri. Al “patto” è stata chiesta una controfirma, come sottoscrizione di un impegno politico a collaborare nell’interesse dei cittadini, agli otto candidati Presidenti in rappresentanza dei vari schieramenti politici che si sono presentati alle regionali in Liguria.

Una richiesta rivolta a tutti attraverso una prima email spedita il 18 maggio scorso, cui è seguito un contatto telefonico. Il documento è stato inviato con anticipo e tutti sono stati invitati nella sede dell’Ordine genovese degli Ingegneri, con la disponibilità ad essere “raggiunti” presso i propri Point elettorali in caso di indisponibilità, per un dialogo costruttivo e l’illustrazione della proposta.

A seggi chiusi, gli ingegneri – che stanno promuovendo un’azione coordinata con le altre professioni tecniche – da qui vogliono partire.

“La nostra posizione – spiega il presidente della Federazione regionale, Maurizio Michelini – è estremamente chiara ed è ben riassunta nel documento: come già abbiamo più volte detto alla precedente amministrazione regionale, ribadiamo anche al nuovo governatore e alla nuova giunta che agiremo sempre nell’interesse dei cittadini e che ci auguriamo di avere un rapporto improntato alla collaborazione e al rispetto. Contro leggi regionali che abbiamo ritenuto sbagliate non abbiamo esitato nel passato a far valere le nostre ragioni in tutte le sedi, compresa quella giurisdizionale (come estrema ratio, nei casi in cui il sistema politico e amministrativo non ha risposto). Ci sono ancora questioni in sospeso che stanno frenando lo sviluppo della Regione, che riguardano temi tecnici importanti come l’energia, l’antisismica, l’edilizia, per fare alcuni esempi”.

Tutti gli ordini e i collegi professionali concorrono alla protezione civile (L. 225/92, art.6, c.2), e il consiglio degli ordini degli ingegneri e architetti, come più volte ricordato, è tenuto a dare «i pareri che fossero richiesti dalle pubbliche amministrazioni su argomenti attinenti alla professione di ingegnere e di architetto» (RD 2537/25, art. 37, p.to 6). Pareri su richiesta, senza alcun costo – attraverso la costituzione di appositi gruppi di lavoro qualificati – che più volte hanno portato a proficue collaborazioni con enti pubblici.

In occasione dell’ultima alluvione, le professioni tecniche si sono compattate per aiutare le attività economiche danneggiate e per supportare la Camera di Commercio nell’istruttoria tecnica delle domande, senza oneri a carico dei privati o della pubblica amministrazione, garantendo il pagamento in tempi record e un risparmio di circa un milione di euro grazie alle perizie rese gratuitamente da moltissimi professionisti, soldi che sono rimasti nelle tasche dei danneggiati, visto che l’agevolazione economica non si estendeva alle
spese tecniche (e per questo sono stati annunciati ringraziamenti ufficiali).

“Gli Ordini”, precisa Michelini, “sono enti pubblici e, pertanto, hanno il dovere d’ufficio di fornire (gratis) i pareri richiesti dalle pubbliche amministrazioni ma, incredibilmente, in pochi ne fanno domanda, salvo chiamarli dopo, in audizioni convocate con pochi giorni di anticipo, per prendere atto di scelte già assunte, talvolta, sulla base di pareri chiesti a pagamento. Confido che ciò non accada più”.

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