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Sanità territoriale, le proposte dei candidati alla Regione

La sanità in provincia di Savona e in Liguria, l’esperimento riuscito del progetto di integrazione pubblico-privato di GSL ad Albenga e il mantenimento dei quattro presidi ospedalieri sul territorio provinciale. Di questo si è parlato nel confronto tra candidati alle elezioni regionali organizzato dall’Unione degli Industriali della Provincia di Savona. Queste le risposte dei partecipanti.

La prima, in ordine cronologico, di Roberto Melone, in rappresentanza di Antonio Bruno per Altra Liguria.

“Bisognerebbe aprire un ragionamento: Altra Liguria fa fatica a essere collocati a sinistra. Noi ci troviamo al centro del dibattito politico, tra lotte conflitti e partecipazione delle persone. Una sinergia ci può essere, non voglio sparare col fucile al privato, ci mancherebbe altro. Tuttavia bisogna partire dalla nostra Costituzione, che dice che la salute e la sanità, a partire dall’Articolo 32 della Costituzione, sono riconosciute come un diritto fondamentale. La riforma sanitaria del 1978 che dal punto di vista culturale ha ancora oggi un valore dice che la sanità anche se ha dei costi è comunque un valore. Riparto da quei due concetti per affermare che la sanità innanzitutto deve essere pubblica. Poi, se nascono sinergie con gente che è capace di fare il suo mestiere, ben vengano. Questo vale per la sanità come per molte altre questioni, tranne che per i beni comuni, come acqua, rifiuti e trasporto pubblico”.

A seguire, Angelo Vaccarezza, per Forza Italia e la coalizione di centrodestra guidata da Giovanni Toti.

“La presenza del privato in sanità è una manna dal cielo, di cui bisogna però essere capaci a usufruire. Domani noi facciamo un convegno con l’Assessore Regionale alla Sanità della Lombardia, il titolo del convegno è ‘La Liguria va veloce a curarsi in Lombardia’, per spiegare come si fa a usare il privato e fare sanità per la salute dei cittadini, a spendere meno soldi, e a fare in modo che la cabina di regia resti pubblica – perché la cabina di regia deve sempre rimanere pubblica – ma poter utilizzare quello che sul territorio già c’è. In questa terra, in modo particolare in questa provincia, ci sono i centri salute, che sono fatti dai medici di base, che sono quelli che più di tutti conoscono il paziente, che veramente lo conoscono a 360 gradi. Li abbiamo costruiti con i soldi dei comuni: ci ha creduto questo territorio. Da lì si riparte, utilizzando tutto ciò che già c’è, facendolo funzionare, e dando agli ospedali un carico che è decisamente diverso. Per quanto riguarda i quattro ospedali, sono ancora uno di quelli che ha fatto ricorso al TAR e lo ha vinto contro questo piano sanitario. Quindi, quando governeremo la Regione, io riparto dalla deaziendalizzazione dell’Ospedale Santa Corona, non mi faccio problemi ad avere quattro ospedali. Se oggi non ci fosse GSL avrei difficoltà a capire di preciso quali altri cose sono state lasciate all’Ospedale di Albenga, che è stato spennato come un pollo”.

Dopo di lui, Alice Salvatore, candidata alla presidenza della Regione Liguria per il Movimento 5 Stelle.

“Non basta un minuto per parlare di argomenti così delicati. Nella progettazione che deve essere fatta per la nostra Regione c’è bisogno di andare a chiedere alle competenze già esistenti sul territorio, lo stesso discorso che facevo per quanto riguarda le autorità portuali, con autonomia operativa delle diverse realtà, e la Regione deve aiutare a mettere in relazione. Per quanto riguarda GSL, è un progetto che è andato a buon fine, che è stato un grande successo e dimostra che c’è la possibilità di interazione tra pubblico e privato. Chiaramente per quanto riguarda i finanziamenti pubblici, vanno tutti per la sanità pubblica, quindi bisogna trovare il modo, ed è semplice, di renderla efficiente ed efficace, di renderla la prima risposta per i cittadini. Bisogna dunque togliere la politica dalla sanità, togliere quel sistema di nomine a cascata piramidali che arrivano dall’Assessore alla Sanità e istituire un sistema meritocratico, a curricula. Il sistema privato se si riesce a sostenere da sé, benissimo, può essere un aiuto e appoggio nei casi dove non riesce ad arrivare la sanità pubblica. Per quanto riguarda i quattro ospedali, c’è il problema di statistica scientifica: noi dobbiamo garantire un servizio efficiente, se un ospedale troppo piccolo ha meno passaggio di pazienti e di operazioni nell’arco dell’anno, il servizio diminuisce per un discorso di capacità del personale medico. Quindi, semmai, potenziare il 118”.

È stata quindi la volta di Sergio Lugaro, in rappresentanza di Luca Pastorino, Rete a Sinistra.

“La sanità è pubblica, l’Articolo 32 della Costituzione la garantisce. Detto questo, c’è una Legge Regionale 41 del 2006, Riorganizzazione del Sistema Sanitario, che è la madre di tutte le leggi sbagliate, perché non parla del territorio. Non investendo sul territorio con prevenzione primaria e secondaria, c’è un aumento di ospedalizzazione, quindi di costi, quindi di strutture private per malattie tipiche del territorio, patologie per disabili, per anziani, psichiatriche, tossicodipendenti, ecc.; quindi bisogna investire sul territorio. Dopodiché, per l’esperienza GSL, che non è solo privato, ma è un’integrazione pubblico-privato, c’è poco da dire, parlano i numeri: 50 posti letto, 2750 operazioni di ortopedia,150 posti di lavoro, non mi sento di demonizzare un privato di questo genere. Mi sento di demonizzare ogni qual volta non investiamo sul territorio, si allargano le maglie della sanità. Non si possono lasciare quattro ospedali: bisogna svuotare il sacco e dire che la razionalizzazione ospedaliera è fondamentale. Bisogna mantenere un DEA di II livello che è Pietra Ligure e mantenere il DEA San Paolo di Savona, potenziandoli, e creando dei punti di Primo Soccorso ad Albenga e Cairo non possono esistere come ospedali grossi quanto gli altri” – Sergio Lugaro, Rete a Sinistra

Infine, Raffaella Paita, candidata Presidente per il Partito Democratico e la coalizione di centrosinistra.

“La realtà di GSL è una realtà eccezionale, credo che sia stata la sola in grado di produrre un fenomeno di inversione di quella tendenza negativissima che sono le fughe dalla nostra realtà. Quindi non soltanto voglio preservarla, voglio anche svilupparla, perché gran parte delle potenzialità che potevano essere sviluppate non lo sono state perché non si è andati fino in fondo in questo progetto. Manterrò i quattro ospedali e lavorerò per la costruzione di un sistema territoriale di case della salute, veramente in grado di essere territoriali. Perché su una cosa sono d’accordo con Lugaro: se noi non creiamo un sistema territoriale completo, fatto di specialità, medici di base, infermieri, assistenti sociali, creiamo una condizione di insicurezza, soprattutto nel nostro entroterra, che si può soltanto tradurre con un aumento dell’ospedalizzazione dei processi, e quindi con un aumento dei costi. Noi abbiamo un altro obiettivo, quello di abbattere il 50% delle liste di attesa. Questo potrà essere fatto attraverso due meccanismi: il primo, l’ho detto, la realizzazione di strutture territoriali, che diano una risposta tra l’ospedale e il territorio. Il secondo è il fatto di utilizzare h24 le nostre sale operatorie e le nostre apparecchiature diagnostiche. In questi anni abbiamo credo fatto una cosa positiva, ovvero risanare il buco di bilancio che ci era stato lasciato dalla precedente amministrazione. Però abbiamo fatto anche delle cose insufficienti. Quindi sulla sanità, voglio una grande discontinuità rispetto anche all’attuale amministrazione”.

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