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La svolta di Ilaria, albenganese alla conquista dell’Australia

Dalle sue (nuove) parti, si direbbe “YOLO“. Termine gergale, abbreviazione di “You Only Live Once“, si vive una volta soltanto. È questo lo spirito che caratterizza l’esperienza di Ilaria Vigliercio, ingauna classe 1992. La quale, terminati gli studi, ha deciso di trasferirsi dall’altra parte del mondo. Letteralmente. Una distanza di quasi ventimila chilometri dalla propria casa. Dieci ore di fuso orario di differenza, rispetto al luogo d’origine. Sydney, Australia, dove risiede e lavora da circa due anni. Con la Liguria nel cuore, ovviamente.

“Desideravo partire sin dai tempi della scuola superiore. La mia città d’origine iniziava a starmi stretta, e sentivo di dover dare una svolta alla mia vita. Così ho fatto, senza lasciarmi prendere dalla paura di lasciare tutto e andare incontro all’incertezza, verso un posto dove non conoscevo nulla e nessuno”, afferma Ilaria, che ha ribattezzato l’Australia “l’Isola che non c’è”, prendendo in prestito la definizione da James Matthew Barrie.

La partenza, nel novembre del 2012.

“Ho scelto l’Australia per diversi motivi. Tra questi, la possibilità di imparare la lingua inglese, le possibilità lavorative, e perché rimanevo incantata, sullo schermo del mio computer, di fronte ai suoi paesaggi selvaggi, di una bellezza immensa”, racconta la giovane albenganese, per nulla intimorita dalla distanza: “L’idea di essere cosi distante non mi dispiaceva affatto”.

All’arrivo nell’altro continente, amore a prima vista. Con qualche ostacolo, dovuto al “culture shock” iniziale.

“Appena sono atterrata a Sydney per la prima volta, me ne sono subito innamorata”, ammette. “Una nuova vita: mi si è aperto un mondo e, col tempo, è emerso il mio spirito da viaggiatrice. Sono una persona che si adatta facilmente a qualsiasi tipo di situazione, mi sono ambientata fin dall’inizio, ma non è stato semplice: catapultata a vivere in una grande città, con una lingua diversa che non conoscevo a fondo, quindi senza riuscire bene ad esprimermi. Al tempo stesso è stata una sfida divertente: conoscere ogni giorno gente da tutto il mondo, ogni giorno uscire e non sapere a cosa andare incontro”.

Per Ilaria un’avventura, ma anche un’esperienza di formazione lavorativa, in diversi settori.

“Ho lavorato principalmente nell’ambito della ristorazione, food and beverage e bar”, spiega. “Quindi, per circa cinque mesi ho anche avuto l’opportunità di lavorare in una banana farm, ovvero una piantagione di banane, situata nel Nord Australia. È stata un’esperienza fantastica, di duro lavoro nel clima tropicale, alle volte troppo caldo, in un ambiente completamente differente rispetto a quello del ponente ligure. È stata un’altra sfida, una delle tantissime che ho vissuto in questo lungo periodo lontano da casa”.

Attualmente a Sydney, la giovane ligure lavora in un dessert bar/pasticceria/gelateria, dove sta imparando il mestiere di pasticcera. Ma pare essere pronta a rimettersi in cammino.

“Sydney è una città all’avanguardia, dalle mille opportunità e divertimenti, dove ho molti amici provenienti da tutto il mondo. Ora sto lavorando molto, amo la mia vita qui, ma in realtà amo viaggiare: anche quando sono ferma, penso già alla prossima partenza. Mi guardo e sorrido, perché in realtà con la testa sono già su un aereo. La mia mente è orientata costantemente verso la prossima meta, e so che quel giorno arriverà presto”.

Dove porterà, questo lungo viaggio?

“Non sono certa di voler rimanere in Australia tutta la vita, né di aver trovato ‘il mio posto nel mondo’”, rivela Ilaria. “Forse un giorno, dopo aver girato tutto il mondo lo saprò, ma qui so di poter inseguire i miei sogni, e ne ho davvero tanti. È qui che ho iniziato per la prima volta a credere di poter realmente diventare ciò che voglio, perché qui non importa chi sei, come sei o come appari, ma quanta determinazione hai e quanta voglia di fare e di arrivare. Tutti gli sforzi che fai e l’impegno vengono ripagati: è su questo elemento che l’Italia dovrebbe principalmente puntare”.

C’è un po’ di nostalgia della riviera, naturalmente.

“Ciò che mi manca maggiormente sono la famiglia e gli amici. Ovunque io sia è come se loro fossero sempre con me, grazie alla tecnologia riusciamo a restare in contatto. La lontananza non cambia i rapporti, ma riesce a rafforzare quelli veri. A casa in Liguria tornerò sempre, in vacanza, una volta ogni tanto, a suonare il campanello di tutti i miei cari, urlando ‘sorpresa, sono qui’. Tornare e fermarmi definitivamente, al momento non rientra nei miei piani. Ho ancora troppi luoghi nel mondo da esplorare, avventure da vivere e culture da conoscere, e per il momento non potrei fare a meno di quel senso di libertà che mi travolge nell’arrivare in posti dove non si sa nulla e non si conosce nessuno”. Insomma, è ancora presto per tornare ad Albenga. “Non posso fermarmi adesso, ma in un futuro…mai dire mai”, conclude Ilaria.

(Cri.Bos.)

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