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Turismo: sport e benessere allungano vita (e stagione)

Il dato è negativo e non vanno cercate scuse. La riflessione del direttore dell’Unione Provinciale Albergatori della Provincia di Savona, Carlo Scrivano, parte da una promessa priva di tentennamenti. Poi, c’è il resto dell’analisi su un 2018 che, certamente, non sarà ricordato come anno record del turismo.

“A registrare i dati più allarmanti sono state le realtà extra alberghiere. Le nostre strutture, in parte, hanno tenuto, anche se non possiamo essere soddisfatti per simili risultati. Obiettivamente, però, il calo si registra in riferimento a una stagione, quella del 2017, irripetibile per tanti aspetti. Nostro dovere, ora, accelerare in quel percorso già avviato ormai da tempo. Mi riferisco alla costruzione di un vero e proprio prodotto turistico legato a più profili”.

Secondo il capo struttura degli albergatori savonesi, oggi il turista sceglie la propria meta in base all’offerta di quel territorio:

“Non c’è dubbio che la nostra provincia debba puntare sul turismo sportivo. Oggi, non è più soltanto Finale Ligure a garantire una proposta ampia e articolata in tema di arrampicata, sentieristica e mountain bike. L’idea che traguarda l’obiettivo di promuovere l’intera provincia di Savona come capitale europea dello sport 2020 va proprio in quella direzione. Il lavoro va fatto in squadra ed è per questo che la nostra associazione ribadisce, costantemente, quanto siano indispensabili gli investimenti da parte delle amministrazioni comunali in arredo urbano, promozione e servizi mediante le risorse provenienti dalla tassa di soggiorno. Una tassa, va ribadito, introdotta dai sindaci nonostante le criticità esposte dagli albergatori e il cui ricavato deve comunque essere utilizzato a favore del turismo”.

Parola d’ordine, qualità. Un ingrediente fondamentale di qualsiasi pacchetto e oggi non più rinunciabile:

“Sport e benessere, la nuova formula della Riviera di ponente. Un mix che può garantire prospettiva di lungo periodo in un’epoca che ha segnato la fine dello storico turismo degli anziani piemontesi o lombardi abituati a soggiornare sulle nostre coste per gran parte della primavera o dell’autunno. La passione
per la bicicletta, le corde, i moschettoni o gli scarponcini possono regalare realmente un allungamento della stagione e su quello dobbiamo incrementare i nostri impegni con nuove soddisfazioni dislocate un po’ in tutto il comprensorio”.

Parallelamente a questo impegno, l’altra crociata: l’abbattimento della concorrenza sleale basata sull’offerta in nero, ossia le case a uso turistico non certificate:

“Con la collaborazione del professor Lorenzo Cuocolo, costituzionalista tra i più preparati a livello italiano, e l’approvazione dell’assessore ligure al turismo, Giovanni Berrino, l’Upa ha redatto una nuova proposta di legge regionale che prevede l’attribuzione a ogni casa messa sul mercato di uno specifico codice identificativo, il Cir. Una garanzia di qualità più severa rispetto all’attuale normativa, che prevede una semplice presa d’atto, con registrazione, da parte della Regione. Ci sono troppi operatori borderline. Il rischio è quello che il cliente si trovi in una sistemazione inadeguata e il turista scontento provochi un danno all’intera destinazione quindi all’immagine della Liguria”.

Una procedura per nulla complicata e senza costi perché per ottenerlo sarà sufficiente una comunicazione alla Regione Liguria. La chiusura di Carlo Scrivano:

“Si tratta di un’azione per evitare fenomeni come quelli dell’ultima stagione in cui un comune come Borghetto Santo Spirito con 1000 case destinate al turismo hanno prodotto la modesta cifra di 15 mila euro provenienti dalla tassa di soggiorno. Evidentemente qualcosa non va”.

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