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BIT Savona, il progetto per creare un terminal di ricevimento, stoccaggio e riconsegna bitume

Creare e gestire, nel Porto di Savona, un terminal di ricevimento, stoccaggio e riconsegna di bitume, che abbia la capacità di rifornire l’Italia settentrionale, sulla base della domanda di bitume a livello nazionale e anche in previsione della futura chiusura di raffinerie sia in Italia sia nel sud della Francia. È questo l’obiettivo del progetto del terminal BIT Savona, nato nel 2010 con la creazione della società BIT Savona scrl da parte di quattro operatori della logistica e del trading. I primi due, Agriecò srl, gruppo Giachino Bitumi S.p.A. e Argo Finanziaria srl, società del gruppo Gavio, rappresentano il 90% del capitale sociale. Ai soci Agriecò e Argo si sono affiancate due realtà locali: But scrl, terminal portuale di Savona e Transmare srl, società che opera nei servizi portuali specializzati per le rinfuse liquide energetiche, con una quota complessiva del 10%.

Con un investimento significativo di oltre 15 milioni di euro, il terminal BIT consisterà di 9 serbatoi con altezze variabili da 8 a 19 metri e una capacità di circa 39.000 m3, occuperà una superficie di 10.000 mq nel bacino di Savona, sul nuovo terrapieno contiguo alla diga foranea, e sarà collegato con tubazioni alle banchine d’alto fondale, caratterizzate da pescaggi fino a 16 metri. Il terminal avrà la possibilità di ricevere e distribuire il prodotto con diversi mezzi: navi, treni e autotreni e sarà in grado di fornire un servizio di miscela e rigenerazione del prodotto. Con una capacità nominale di oltre 300ktons annue, il portale potrà operare un traffico di circa 150 mila tonnellate l’anno.

Il porto di Savona presenta caratteristiche favorevoli allo sviluppo di tale progetto: la posizione strategica vicina sia ai centri di produzione del prodotto (Busalla, Sannazzaro) che ai principali centri di domanda e consumo (Milano – Torino – Sud della Francia); la buona posizione nel Mediterraneo, adatta per trasporti di cabotaggio con il Nord Africa, Sud della Francia e altre strutture portuali italiane; la possibilità di avere una banchina di accosto riservata, con acque profonde adatta a ricevere il traffico merci di imbarcazioni di tutte le capacità. Il terminal prevederà la modalità ferroviaria, allo stato attuale ancora da progettare.

Prodotto non pericoloso della raffinazione del petrolio, il bitume è utilizzato quotidianamente per la costruzione di nuove infrastrutture viarie e per la manutenzione stradale e autostradale. L’impianto di Savona è progettato seguendo le più moderne tecnologie in termini di sicurezza. Il progetto prevede l’installazione di sistemi di recupero e abbattimento fumi di bitume per il mantenimento dei serbatoi 24 ore su 24 e per il carico/scarico navi. L’unità di recupero dei fumi di bitume sarà collegata ai serbatoi di stoccaggio e alle pensiline di carico/scarico delle autobotti. Per le operazioni di carico/scarico nave sarà invece utilizzata un’unità recupero fumi mobile, trasportabile e dimensionata per la massima quantità di fumi prodotti durante tali operazioni.

Il progetto di costruzione di un deposito costiero ha avuto una prima approvazione da parte del Comitato Portuale di Savona nel 2010. Successivamente è stata avviata la Conferenza dei Servizi a cui sono stati invitati tutti gli Enti preposti (Regione Liguria, Soprintendenza, Agenzia del Demanio, Provincia di Savona, Comune di Savona, Agenzia Dogane, Capitaneria di Porto, Asl 2 Savonese, Vigili del Fuoco, Consorzio Depurazione Acque). In seguito al cambiamento della normativa sui depositi costieri nell’aprile 2012, il processo autorizzativo è stato riavviato presso i Ministeri delle Infrastrutture e Trasporti e dello Sviluppo Economico, e si è concluso con parere definitivo favorevole del Mise nel marzo 2013.

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