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Grazie Giovanni, con te ho conosciuto la Grandezza

Non sono coccodrilli, sono articoli in cui ti senti inadeguato ancora prima di incominciare a scrivere.

Sai già che non riuscirai mai a trasmettere, neanche, una minima parte di quel Gigante a chi non ha avuto il privilegio di conoscerlo, visitare la sua “fabbrica”, sedere a tavola con lui in quelle trattorie di Ellera.

“La verità è che lo consideravamo tutti immortale” ha detto poche ore dopo la morte l’assessore alla cultura di Savona, Nicoletta Negro, già titolare della stessa delega ad Albissola. Ha ragione, lei.

In fondo, si potrà dire, ha raggiunto le 90 primavere in buona salute ed è andato via senza soffrire. Tutto vero, ma il vuoto resta incolmabile.

Dolore per una morte, quella di Giovanni Poggi, il maestro della ceramica delle Albisole.

L’ultimo esponente di una scuola inarrivabile che aveva lavorato con tutti i fenomeni del nord Europa e non solo, capaci di rendere celebre il nome delle due cittadine savonesi nel mondo grazie all’arte.

Giovanni era un tornitore, un imprenditore, un ciclista, un contadino, un Signore. Sapeva strapparti la risata in ogni momento nonostante vivesse il quotidiano dramma dell’amata moglie condannata, ormai da molti anni, al calvario di una malattia neurologica senza prospettiva di miglioramento.

Eppure Giovanni, che conosceva bene la parola sofferenza, non si arrendeva alla tristezza. Traeva forza, sempre, dalla famiglia: i figli, il fratello Piero, che maltrattava bonariamente per un vero legame d’amore, è il resto dei parenti rappresentavano la sua benzina.

Pensava, programmava e sperava a 90 anni suonati. Succedeva che chiedesse al cronista di decorare un piatto dopo l’intervista (vedi foto) facendogli credere d’essere un potenziale talento della pittura.

Poggi era un visionario dalla generosità fuori dal comune, l’intelligenza del contadino cresciuto sul mare era ben superiore a quella di tanti manager: scarpe grosse, cervello fino.

“Una mano è fatta per dare, l’altra per ricevere” ripeteva tra le sue massime. In realtà, con gli amici, pareva fosse in grado soltanto di dare.

Dalla sua “fabbrica” di Albissola sono passati i numeri uno di innumerevoli settori. Qualche mese fa, perfino, Fabio Fazio gli tributò gli auguri per il suo novantesimo compleanno in diretta Rai.

Lo scorso maggio l’ultima intervista televisiva su Primocanale (https://youtu.be/xDoHZQXUdWg vedi la fine del video) in cui immaginava già i raccolti d’estate con l’abituale entusiasmo del ragazzino.

In Giovanni nulla era scontato. E, anche, l’ultimo colpo di teatro è stato da artista: solo lui poteva chiamare a raccolta la valanga di amici in una domenica mattina per quello che non potrà mai essere un funerale. Solo un tributo a un Grandissimo dell’arte e della vita.

Gilberto Volpara

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