Passato, Presente e Futuro del Vetro Altarese: questo il titolo dell’evento espositivo che Quidam, azienda cairese specializzata nella lavorazione del vetro piano, ha inaugurato ieri presso la fiera VITRUM 2025 a Milano, all’interno dello spazio di GLASS GROUP, il primo gruppo italiano che riunisce le più importanti industrie vetrarie nazionali.
La mostra, che si è chiusa oggi, venerdì 19 settembre, rappresenta una sintesi di due recenti iniziative di cui Quidam è stata protagonista, volte a promuovere e sostenere il patrimonio culturale e artistico del vetro della Valbormida, raccontando la vitalità di una tradizione antica che oggi continua a vivere e deve continuare a vivere, grazie al lavoro di mani sapienti, progetti condivisi e dialogo tra scuola, istituzioni e imprese del territorio.
In una sezione della mostra sono presenti opere dei maestri vetrai altaresi quali Vanessa Cavallaro, Costantino Bormioli e Raffaello Bormioli e un raro pezzo della prima metà del XX secolo estrapolato dalla collezione permanente del Museo di Arte Vetraria di Altare, oltre che le opere fotografiche in vetro realizzate dal fotografo valbormidese Matteo Musetti che raccontano, attraverso suggestive immagini, il lavoro svolto dagli artigiani del vetro nelle loro botteghe altaresi.
In un’altra sezione della mostra sono invece esposti gli oggetti in vetro e ceramica realizzati dagli studenti del liceo artistico Arturo Martini di Savona e del DAD di UniGe nell’ambito del progetto Caterina Sambin Vetro & Ceramica. Sostenuto da Verallia oltre che da Quidam, il progetto intende sottolineare il legame tra vetro piano, vetro cavo e ceramica sensibilizzando le nuove generazioni nei confronti di questi materiali che fanno parte della storia del territorio savonese.
“Questa nostra presenza in un contesto rivolto a un pubblico altamente qualificato e internazionale quale il Vitrum” ha voluto sottolineare Matteo Ferraiuolo, amministratore di Quidam, “è per noi particolarmente significativa perché ci offre l’opportunità di rappresentare il vetro in quanto cultura, tradizione, patrimonio e risorsa di un intero territorio quale la Valbormida, a cui siamo fieri di appartenere”.
