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Manu lo Chef, il finalese che fa conoscere i sapori liguri al Regno Unito

Tutti lo chiamano “Manu lo Chef”. Così è conosciuto, oltremanica, il ligure Manuel Oliveri, di professione cuoco, a capo dello staff di cucina di un prestigioso ristorante di Londra. Da Rialto, nei pressi di Finale Ligure alla Gran Bretagna, passando per esperienze lavorative sul territorio ligure e intorno al mondo, tra cui la Francia, Hong Kong e la Russia. Una crescita professionale continua, che lo ha portato, poco più che trentenne, a diventare head chef del Ristorante “Tartufo”, nella suggestiva cornice di Chelsea, nella capitale britannica.

Un’esperienza, quella inglese, nata “per puro caso”, ammette Oliveri.

“Capitai a Londra quattro anni or sono, e non era nei miei piani iniziare un percorso lavorativo qui, dato che non amo le grandi città”. Dopo alcuni tentativi, però, giunse la chiamata di un ristorante di Soho. “Non conoscendo benissimo l’inglese, cominciai a lavorare come capo partita, nonostante in Italia fossi già chef di cucina: accettai la sfida, e impegnandomi tutti i giorni, con ritmi quotidiani dalle 9 alle 23, dopo un anno fui promosso sous-chef”.

Quindi, dopo un altro anno, il trasferimento al nuovo locale.

“Con l’apertura di Tartufo, mi chiesero se volessi occuparmi della gestione della cucina, ed eccomi qui”.

Dall’inaugurazione del ristorante, un crescendo di risultati, tra cui la partecipazione al “Taste of London” al fianco di ristoranti affermati come Le Gravoche, nonché una lunga serie di recensioni eccellenti su portali quali TripAdvisor e TopTable, punti di riferimento ormai divenuti quasi indispensabili per i settori della ristorazione e del turismo.

La nostalgia per il suo Paese, naturalmente, si fa sentire.

“Certo che mi manca l’Italia, e soprattutto gli affetti di familiari e amici”, afferma lo chef. Il quale, per sentirsi più vicino a casa, ha trasferito anche un po’ della sua terra. “Della Liguria, con me, ho portato la semplicità delle cose. La mia non è una cucina troppo elaborata, ma uso materie prime di ottima qualità, tantissime erbe aromatiche come quelle di Albenga, e faccio arrivare qui un olio di oliva taggiasca per il quale tutti i clienti britannici vanno matti”.

Di Londra, Manu lo Chef apprezza “la meritocrazia”.

“Se vali qualcosa e ottieni dei risultati, ti vengono riconosciuti. Se sei uno scansafatiche, sei subito fuori dal gioco. Altrove mi è capitato spesso di lavorare con persone che facevano il minimo indispensabile, magari guardando sempre l’orologio per poter andare a casa presto, e molto spesso guadagnavano molto più di chi si impegnava a fondo”.

Ma l’avventura inglese non è stata una passeggiata, anzi.

“All’inizio è stato davvero difficile. Non sapevo la lingua, non immaginavo quanto stressante potesse essere la vita in una metropoli, ma a Londra ho trovato energie che non pensavo di avere e ho imparato ad affrontare le difficoltà che incontro senza tirarmi indietro. Qui, ogni giorno c’è qualche problema da risolvere, ma le soddisfazioni sono tante. Sono riuscito a formare un team di ragazzi che, come me, hanno passione per ciò che fanno, tenendo orari assurdi, e molto spesso rinunciando a qualche giorno libero. Chi ha investito su di me è soddisfatto di come stanno andando le cose”.

Sono tanti, i giovani che provano a ripercorrere il percorso affrontato da Oliveri.

“Ogni giorno ricevo CV di ragazzi italiani che vogliono andare via, pensando che sia facile trovare un lavoro nel Regno Unito. È vero, è facile trovarlo, ma non bisogna pensare che sia tutto facile, o che si troverà un lavoro molto diverso di quello che si può trovare altrove nel settore”, dichiara lo chef finalese.

Che non esclude, in futuro, di fare rientro in riviera, per dare vita a un’attività tutta sua.

“Credo che in Liguria sia necessario puntare su un turismo del benessere, non solo attraverso spa o beauty farm, ma anche proponendo menù mirati a favorire diete naturali e disintossicanti. Per esempio, ai clienti del 11, Cadogan Gardens Hotel dove ci troviamo, al mattino proponiamo la colazione ‘health & light’ a bassissimi contenuti di zucchero e sale, e zero grassi. Sta avendo un successo così grande, che stiamo pensando di introdurre la stessa tipologia di piatti anche nel menù del pranzo e della cena”.

E chissà, magari un giorno, sperimentarla anche in Liguria.

Cr.Bo.

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